Il capannone industriale è un organismo paragonabile ad una macchina, in cui ogni parte ha una specifica funzione.
Nel caso in questione le funzioni previste obbligavano al massimo sfruttamento dell’area in termini di superficie.
L’intervento e è ubicato nel Comune di Pove del Grappa in un lotto contenuto tra la SS n. 47 della Valsugana e il canale Ca’ Barzizza.
La caratteristica di quest’area è rappresentata dalla contaminazione di differenti realtà spesso in contrasto tra loro.
Nel raggio di qualche centinaio di metri troviamo la presenza di edifici scolasti, industriali, turistico ricettivi, terreni coltivati a frutteto, orti e la prossimità di una strada a grande scorrimento, il tutto inserito in un contesto di notevole interesse paesaggistico.
Da tali premesse il progetto si è sviluppato cercando un punto di equilibrio tra esigenze funzionali ed ambientali.
Planimetricamente, apparentemente in contrasto con le esigenze funzionali, l’edificio riprende la forma trapezoidale del lotto che ne conferisce dinamicità all’intero volume.
Per rafforzare i tagli prospettici e alleggerire la mole della fabbrica, considerata la vicinanza degli edifici scolastici, è stato impiegato un rivestimento in lamiera ondulata usata in senso orizzontale. Coerentemente al materiale impiegato, il tema dell’angolo viene risolto con la curvatura delle lamiere evitandone interruzioni.
L’altezza dei prospetti inoltre è stata stabilita in modo che l’edificio non diventi elemento di disturbo alla cornice paesaggistica del luogo e allo stesso tempo permetta di mediare l’impatto dell’impiantistica posta in copertura.
A livello funzionale, l’edificio è organizzato in 4 aree.
Nell’angolo nord-ovest si trova il corpo servizi del personale, accessibile direttamente dall’entrata pedonale nord. Si tratta di uno spazio a pianta triangolare organizzato su due livelli, in cui sono ubicati gli spogliatoi maschili e femminili, un piccolo ufficio e una sala relax. Le aperture studiate per ogni singolo ambiente, oltre a garantire un corretto standard di aerazione ed illuminazione naturale sono state pensate, ponendole ad altezze differenti, come inquadrature sull’ambiente esterno.
Nella parte centrale dell’edifico si trova il reparto produttivo e di stoccaggio materie prime, che illuminato attraverso una copertura a microshed gode di un’illuminazione uniforme, mentre nella parte sud sono stati ricavati i locali di servizio e i depositi di stoccaggio degli oli e dei fanghi di risulta delle lavorazioni. La collocazione di questi ultimi in nicchie accessibili dall’esterno oltre ad abbassare eventuali rischi d’incendio (nel caso degli oli) permettono la completa pulizia del piazzale esterno.
Per finire sulla copertura, accessibile da un vano scale posto nell’angolo sud-est, è stata posta il grosso dell’impiantistica.
L’accesso al capannone avviene attraverso due portoni posti sul lato sud ed ovest, protetti ciascuno da un’ampia pensilina a sbalzo. Nei prospetti oltre alle uscite di sicurezza sono stati inseriti dei portali vetrati nel rispetto degli standard illumino-tecnici.
La mobilità nel piazzale esterno è stata concepita a senso unico con entrata da sud e uscita a nord, per evitare eventuali problematiche del traffico viario su via San Bortolo.
In continuità dell’entrata sud è stata collocata la pesa, mentre lo stoccaggio dei restanti materiali di risulta è stato collocato nell’angolo sud ovest, sfruttando l’appendice di terreno di proprietà.
Come accennato grande attenzione è stata posta ai temi ambientali e di comfort dei lavoratori. A tale riguardo le pareti perimetrali sono state isolate con un materassino in lana di roccia di 20 cm di spessore e rivestite con una lamiera in alluminio per la formazione di pareti ventilate, ottenendo coefficienti di trasmissione ben più bassi di quanto previsto dalla normativa. L’uso di una lamiera riflettente unita l’effetto della ventilazione delle pareti permette inoltre di evitare fenomeni di surriscaldamento degli ambienti interni nei mesi estivi. L’impiego della lana di roccia per la coibentazione è stato pensato in virtù delle sue caratteristiche ignifughe eliminando il rischio di inquinamento in caso di incendio.
A migliorare il comfort interno intervengono le rifodere in pannelli fonoassorbenti per le parti di copertura piana che evitano fenomeni di riverbero dovuti alle strutture in c.a. e un impianto di trattamento dell’aria.
Relativamente al tema di risparmio energetico, il recupero dell’aria aspirata dalle machine di pressofusione, sommato a quello dei refrigeratori d’acqua (usati per il raffreddamento) soddisfano pressoché in toto il fabbisogno energetico nei mesi invernali.
Le aree di servizi del personale, spogliatoi, servizi, ufficio ecc. sono riscaldati con pompe di calore soddisfatte dall’impianto fotovoltaico della copertura.
Una particolare attenzione è stata posta anche nel riguardo delle emissioni in atmosfera.
L’aria degli impianti di aspirazione viene accuratamente filtrata tramite un primo filtro a maglie metalliche, un secondo filtro a tasche ed un terzo filtro elettrostatico.
Nelle unità di trattamento aria è inoltre stato predisposto un ulteriore alloggiamento per un possibile ulteriore filtro elettrostatico.
Anche nei riguardi delle emissioni acustiche sono state scelte unità di ventilazione e refrigeratori silenziati, in modo da ridurre le emissioni abbondantemente sotto i limiti di legge.
E’ stato previsto un impianto di trattamento delle acque di dilavamento di prima pioggia con pozzetto di separazione degli olii e filtro a coalescenza, anche se l’azienda non rientra nell’allegato F di cui al piano di tutela delle acque ed inoltre le acque di seconda pioggia sono state contenute nelle tubazioni di drenaggio di grande diametro, onde rispettare la compatibilità idraulica dovuta alla impermeabilizzazione del suolo.